lunedì 12 gennaio 2009

Le maschere nude


Il passaggio è difficile, incute timore, ma è obbligatorio. Dopo aver letto il post di Antonella Folgheretti, dopo essermi accalorato, arrabbiato per la vicenda di Giuseppe, ho cercato di fare una piccola analisi, che ormai tento di portare avanti da diverso tempo. Mi rendo sempre più conto, e lo dico per esperienza, che il mal di vivere nasce dal fatto che i ragazzi non vedono futuro davanti a loro; qualcuno dirà " e chi lo vede il futuro?". Ok, risposta che mi hanno dato in molti; ma il problema è che nessuno ha fatto qualcosa per costruirlo, o almeno chi ci ha provato è stato messo alla berlina. Parlo della mia generazione, naturalmente, oramai imborghesita, che ha come unico ideale il benessere, materiale ovviamente, e tralasciando ciò che i ragazzi vorrebbero di più: dialogo e confronto. Qualcuno che stia lì ad ascoltare senza stare lì a sindacare o ad elargire perle di saggezza vuote del tipo: “quando ero giovane io” etc., etc. Lo capisco: la soluzione non è semplice e forse non esiste un'unica soluzione ma diverse, svariate e innumerevoli, tante quanti sono i giovani, quanti sono i loro disagi. Ma, cazzo (per i più sensibili, “perdincibacco”), almeno proviamo a fare qualcosa, proviamo a regalare un sogno, anche se irrealizzabile, ma un sogno. È difficile da spiegare, ma è questo che, in realtà, i ragazzi vogliono: credere in qualcosa, in un mondo oramai senza sogni, fatto solo di facili ricchezze, facile notorietà che ti scaraventa in un oblio sociale e ti etichetta, nell’assoluto nichilismo.

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